Premiare il merito.
Ma cos’è il merito?
Io me lo chiedo da tempo. È forse fare bene il proprio lavoro nei tempi stabiliti? A prima vista sembrerebbe di sì… Ma quell’aggettivo “bene” cosa significa? Difficile da spiegare.
E poi nei tempi stabili; chi li stabilisce i tempi? Quasi mai chi detta i tempi è colui che li deve rispettare.
Oramai lavoro da più di dieci anni e una cosa l’ho imparata: le aziende non premiano il merito, premiano la disponibilità. Non è una critica, è un fatto. Tra l’altro non ritengo che sia neppure sbagliato, nel senso che è comprensibile che una organizzazione premi chi si dedica di più all’organizzazione stessa.
Non è una condizione sufficiente, ci mancherebbe, ma è sicuramente una condizione necessaria.
È proprio per questo che oggi come oggi si cerca di rendere i lavoratori più dipendenti dalle aziende (più precari) in modo che siano disponibili. Si interviene sui contratti e sulle forme di lavoro, infatti. Se si volesse creare merito, s’interverrebbe sulla scuola e l’università. Si vuole aumentare la base dei disponibili.
No, oggi non si “premia” il merito si “premia” chi è disposto a sacrificare se stesso per l’azienda… È il motivo per cui le donne sono discriminate; per cui società come Apple pagano il congelamento degli ovuli delle proprie dipendenti…
Io,quindi, diffido di chi mi parla di merito… Se ci fosse ancora qualcuno a seguire questo vituperato blog, chiederei opinioni, ma probabilmente rimarrò con la mia sola…
Tristezza…